ALL’IMMIGRATO

            Ora ti volgi ad un'altro Paese,

            e speri in  un futuro migliore,

            in Italia, nell’ Europa compresa,

            porto naufragio di molti orrori.

 

             E lasci all'amore lontano,

            splendidi paesaggi, soavi

            castelli, maestose metropoli,

            frutto dell'ingegno degli avi.

 

            Varchi valichi, mari e deserti,

            t’umili al costume di profugo,

          tu che nei secoli  fosti grande

          maestro, eroe in queste contrade.

 

            Ora, su!  Mio amico e fratello : ne

            vale la pena ?

            Abbandoni la Patria, la famiglia,

            la casa.

            Il mondo incontrato non sempre

            ti è amico.

            Ti vuole in disparte, ti vuole isolato.

            Vuole solo sfruttarti a fatica.

 

            Che aspetti allora ?  Ritorna agli affetti,

            alla tua cara, misera,  ricca allegria.

            Il  mondo  che cerchi  è tanto  malato,

            d'egoismo, d'invidia;  te lo per scontato.

 

            Neanch' io m'adatto,

            mi stringe il cuore vederti

            lontano dai luoghi,

            dalla sacra e cara tua Terra.

 

            Ma Dio è grande, non abbandona.

            Ed io lotto con animo forte,

            per lenire la tua sofferenza,           

            e implorare infine al mio

            Governo tanta, tanta, clemenza.

Pubblicata su: Antologia del premio letterario "Città di Monza" 2005