ALL’IMMIGRATO Ora ti
volgi ad un'altro Paese, e speri in un
futuro migliore, in Italia, nell’ Europa compresa, porto naufragio di molti orrori. E lasci all'amore
lontano, splendidi paesaggi, soavi castelli, maestose metropoli, frutto dell'ingegno degli avi. Varchi
valichi, mari e deserti, t’umili al costume di profugo, tu che nei secoli
fosti grande maestro, eroe in queste contrade. Ora,
su! Mio amico e fratello : ne vale la pena ? Abbandoni
la Patria, la famiglia, la casa. Il mondo
incontrato non sempre ti è amico. Ti vuole in disparte, ti vuole isolato. Vuole
solo sfruttarti a fatica. Che
aspetti allora ? Ritorna
agli affetti, alla tua cara, misera,
ricca allegria. Il mondo che cerchi
è tanto malato, d'egoismo, d'invidia;
te lo dò per scontato. Neanch' io m'adatto, mi stringe il cuore vederti lontano dai luoghi, dalla sacra e cara tua Terra. Ma Dio è grande, non abbandona. Ed io lotto con animo forte, per lenire la tua sofferenza, e implorare infine al mio Governo
tanta, tanta, clemenza. Pubblicata su: Antologia del premio letterario "Città di Monza" 2005
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